È decisamente antipatica la situazione che si è venuta a creare nel capoluogo piemontese, e che vede la giunta Lo Russo sul piede di guerra e pronta a tutto.
La Città di Torino ha deciso di ricorrere al Tar del Piemonte contro un provvedimento ritenuto estremamente controverso e che arrecherà disagi a migliaia di cittadini. Ci sono in ballo delle chiusure impreviste, per quanto già preannunciate ad ottobre scorso da chi di dovere. La decisione che ha suscitato preoccupazione tra gli abitanti del capoluogo piemontese e le autorità locali. L’autorizzazione per avviare il procedimento legale è stata concessa dalla Giunta comunale, nella speranza che la cosa possa servire per cambiare anche solo parzialmente le cose.
Una cosa è certa però: tutto quanto sta succedendo andrà a ripercuotersi prima di tutto sui cittadini. Cos’è che sta avvenendo nel dettaglio, e che fino a qualche mese fa non passava nella testa di nessuno? C’entra Poste Italiane, con una scelta presa per motivi strategici ma che non è piaciuta a nessuno.
L’ente in questione sta procedendo a marcia spedita per rendere effettiva la chiusura di cinque uffici postali da tempo presenti sul territorio di Torino. Tutto ciò fa parte del Piano Strategico 2024-2028 dell’azienda. Questo piano prevede una razionalizzazione dei servizi, ma ha sollevato forti critiche da parte dell’amministrazione comunale e dei sindacati.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha espresso preoccupazione per le conseguenze che questa decisione potrebbe avere sulle fasce più vulnerabili della popolazione, sottolineando che la chiusura degli uffici postali potrebbe limitare l’accesso ai servizi essenziali per molti cittadini. Fin dall’annuncio della chiusura di questi cinque uffici postali, l’amministrazione comunale ha sollecitato Poste Italiane a rivedere la propria decisione.
In una lettera indirizzata ai vertici dell’azienda, il sindaco ha messo in evidenza come la chiusura degli uffici postali possa avere “effetti negativi per le fasce più deboli della popolazione”. Un tema che ha trovato risonanza anche tra i sindacati, i quali si sono mobilitati per sostenere la causa. Nonostante le richieste di dialogo e le sollecitazioni a trovare soluzioni alternative, come la riduzione degli orari di apertura anziché la chiusura totale, le proposte non hanno avuto esito positivo.
La Giunta comunale ha quindi deciso di intraprendere una azione legale per “tutelare gli interessi dei cittadini”, evidenziando la determinazione dell’amministrazione a difendere i diritti dei torinesi. Ma è alquanto difficile che in questo senso si possa giungere ad un esito positivo.
La chiusura di questi uffici postali avrà indubbie implicazioni in negativo per la comunità. Gli uffici postali svolgono un ruolo cruciale nel garantire l’accesso a servizi finanziari, come il prelievo di contante e il pagamento di bollette, che sono essenziali per molte persone, in particolare per quelle che vivono in condizioni di vulnerabilità economica.
La perdita di questi servizi potrebbe quindi aggravare le disuguaglianze sociali già esistenti nella città. E costringere in molti a perdere molto tempo tra viaggio e svolgimento dei servizi. E poi di sicuro ci sarà un ulteriore impatto negativo sull’occupazione locale, poiché molti lavoratori potrebbero trovarsi senza un posto di lavoro.
Questo aspetto è stato sottolineato anche dai sindacati, che hanno espresso preoccupazione per le conseguenze occupazionali della razionalizzazione dei servizi postali. Il ricorso al Tar del Piemonte da parte del Comune rappresenta un passo significativo nella lotta della Città di Torino per mantenere i servizi postali essenziali. Si spera che questa mossa possa spingere Poste Italiane ad aprire un dialogo, con l’obiettivo di trovare soluzioni che soddisfino le esigenze dei cittadini.
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