Attimi di terrore in Italia questa mattina quando si è pensato che il caso di Malaria riconosciuto in Veneto fosse autoctono.
In tarda mattinata è arrivata la risposta alle indagini epidemiologiche e si è scoperto che non si trattava di una situazione così grave.
Perché direte? Se fosse stato autoctono si sarebbe rischiata l’epidemia per la presenza appunto del virus in maniera localizzata all’interno del nostro paese. Visto che questo virus si trasmette attraverso alle zanzare ci sarebbe stato il pericolo di vedere sviluppare il virus in tutto il paese davvero rapidamente e con rischi non indifferenti per la salute degli italiani e anche dell’Europa in generale.
Una nuova pandemia come quella del Covid? Non possiamo dirlo con certezza, ma non possiamo nemmeno escluderlo del tutto. I rischi li conosciamo e per questo tiriamo un sospiro di sollievo verso questo caso. Aveva già parlato Burioni, prima della novità, evidenziando che i rischi erano presenti e in grado di preoccupare tutto il paese. Per fortuna quel problema ce lo lasciamo alle spalle consapevoli che tutto è andato molto meglio di come poteva andare.
Il paziente che ha accusato la Malaria aveva viaggiato all’estero, ma non l’aveva inizialmente dichiarato ai medici. Per questo era partito l’allarme di una possibile epidemia e di un virus autoctono e dunque locato nel nostro paese. La Malaria, ricordiamo, era stata eradicata dallo stivale già negli anni settanta.
La comunicazione era partita dalla direzione Prevenzione della Regione veneto che aveva parlato di un paziente “senza storia di viaggi recenti in paesi in cui la malattia è ancora endemica“. Tutto era però stato accompagnato dalla mancata segnalazione da parte del paziente che aveva alzato di fatto un vero e proprio polverone nell’informazione.
Il Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss 9 Scaligera ha realizzato un’approfondita analisi epidemiologica sul caso facendo rientrare il grande allarme che si era creato. La Regione ha specificato: “Sono emersi elementi determinanti per escludere la possibilità che si tratti di un caso autoctono. A seguito di verifiche incrociate con gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, è emerso infatti un recente viaggio all’estero in un’area endemica per malaria, inizialmente non dichiarato, che consente di classificare il caso come importato”.
Prima dell’episodio si era pronunciato l’infettivologo Massimo Galli a Notizie.com specificando che quanto sottolineato doveva essere appunto analizzato da vicino con intelligenza.
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