La profezia di Tafuri sembra prendere forma. Secondo il filosofo, un inverno come quello a cui ci stiamo per addentrarsi, potrebbe segnare la fine del mondo.
T.S. Eliot ci aveva avvertito: non serve un’esplosione per segnare la fine di tutto, basta un sussurro, un segno sottile che scivola nel nostro presente e ci lascia perplessi. Ma quali sono questi segni? Antiche profezie e interpretazioni del passato si intrecciano con gli eventi più inattesi, facendoci emergere domande che sembrano, ad oggi, senza risposta.
A volte, un luogo tranquillo e apparentemente immune ai grandi cambiamenti diventa il centro di misteriose predizioni. Ecco che accadimenti bizzarri e inattesi, mai considerati prima, possono risvegliare antichi moniti e inquietare anche i più scettici. Proprio come avviene con una profezia riscoperta in questi giorni, che ci costringe a chiederci: e se i segni fossero davvero davanti ai nostri occhi?
“Salento di palme e mite Scirocco, Salento nevoso, ma mai dopo il Tocco. Due giorni di neve, due lampi nel cielo, il Mondo finisce lo so non lo anelo.” Queste parole, enigmatiche e affascinanti, provengono dal diario di Matteo Tafuri, il filosofo e alchimista cinquecentesco che legò il destino del mondo a un evento apparentemente improbabile: la neve sulle coste salentine per due giorni consecutivi.
In una terra conosciuta per il sole caldo e i venti miti, il pensiero di fiocchi bianchi che ricoprono spiagge e uliveti appare quasi una favola. Ma quando i fiocchi hanno iniziato a cadere davvero, anche i più razionali hanno cominciato a scrutare il cielo con apprensione.
Negli ultimi inverni, il Salento ha visto temperature insolitamente rigide e un clima capriccioso che ha portato la neve a imbiancare paesaggi solitamente baciati dal sole. Gli abitanti, tra stupore e inquietudine, hanno riportato alla luce questa antica profezia, accostando il fenomeno meteorologico alle vecchie parole del buon Tafuri.
E se non fosse solo una casualità climatica? E se davvero quei ‘due giorni di neve’ e i ‘lampi nel cielo’ fossero segni di un destino già scritto? Con l’inverno alle porte, il mistero si fa più fitto, e le antiche paure tornano a bussare. Tafuri aveva intuito qualcosa o è tutto frutto di una suggestione collettiva?
In effetti questo fenomeno di neve per due giorni consecutivi nella terra considerata più calda d’Italia è avvenuta già nell’ormai lontano 2017, quando causò danni ai raccolti e forti disagi. In quel contesto la terra non si fermò, ma basta pensare che le previsioni prevedono questo fenomeno per questo inverno per capire che qualcosa di vero, alla fine, potrebbe esserci.
Le condizioni climatiche stanno cambiando e, se la neve inizi palesarsi con una certa frequenza in zone prettamente calde, forse è l’ennesimo campanello d’allarme. L’atmosfera climatica sta prendendo una brutta piega, indipendentemente dalla fine o meno del mondo.
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