La Legge 104 e l’accompagnamento sono spesso pensate insieme, eppure non sono la stessa cosa: ecco le differenze fondamentali.
Quando si parla di 104, Legge 104 o Legge 104/92 si fa riferimento alla normativa che in Italia tutela le persone affette da disabilità sul mondo del lavoro. La stessa legge è pensata anche per tutelare i familiari disabili dei lavoratori, che possono usufruire di alcune agevolazioni proprio al fine di prendersi cura dei familiari che ne hanno bisogno.
La Legge 104, dunque, è fruibile sia da un disabile che da un suo familiare. Poniamo ad esempio il caso di un genitore anziano che abbiamo bisogno di assistenza per svolgere anche le funzioni più basilari, come camminare, mangiare o andare in bagno.
Egli avrà bisogno dell’aiuto di un caregiver, ruolo che può essere svolto anche da un familiare lavoratore. Quest’ultimo potrà infatti usufruire di alcuni permessi retribuiti proprio al fine di prestare assistenza al proprio genitore. In particolare si tratta di 3 giorni al mese, oppure di permessi orari da 1 o 2 ore, rispettivamente per contratti inferiori a 6 ore al giorno o pari o superiori a 6.
Cosa cambia tra 104 e accompagnamento? Non sono affatto la stessa cosa
I benefici previsti dalla Legge 104, inoltre, non si fermano qui. Altre agevolazioni riguardano ad esempio alcune detrazioni Irpef, l’accesso all’Iva agevolata al 4% per alcuni tipi di acquisto (ad esempio quello della macchina o di dispositivi elettronici di supporto) e, in alcuni casi, anche l’esenzione dal pagamento del bollo auto.
Quando si parla di casi di disabilità molto grave, cioè quelli che comportano una totale mancanza di autonomia, entra in giorno anche un secondo elemento: l’accompagnamento. Con questo termine si fa riferimento a un contributo mensile di tipo economico destinato a tutti i disabili non autosufficienti.
L’accompagnamento viene erogato a prescindere dal reddito e può sommarsi ad altri contributi economici. Esso ha un valore di 531,76 euro per il 2024, mentre per il 2025 sono previsti alcuni aumenti per adeguarne il potere d’acquisto rispetto all’inflazione. Al contrario della 104, dunque, l’accompagnamento presuppone un’invalidità totale, mentre la 104 può essere conferita anche con un’invalidità parziale. È inoltre necessario trovarsi in condizione di inabilità totale e permanente.
Sia per ottenere una certificazione di 104 che l’indennità di accompagnamento è necessario far richiesta all’INPS e seguire un iter di valutazione da parte di una commissione medica dell’ASL. Per farlo ci si potrà recare sul sito dell’INPS oppure avvalersi del supporto di un patronato.